Elucubrazioni

E se penetrando le oscure nebbie dell’illusione
Mi trovassi indifferente,
Tra emozioni, pulsioni e percezioni,
A guardare l’indipendenza soggettiva
Di svagate esperienze sensoriali
Senza soggiacere a nuove realtà,
Sarei più folle?
A parziali temporaneità no,
Non potrei obbedire.
Certo che no!
La recondita coscienza degli elementi,
Ecco.
Pur essa è parziale ed effimera,
Fragile come cristallo in equilibrio,
Limitata ed inopportuna,
La’ fuori.
Tra volere e credere,
Saprò scegliere
La mia fantastica,
Intrigante e divina realtà,
Nel banale silenzio
Di una lucida indifferenza.

[Nella foto: opera di Giacomo Paolo Rossi]

Di me

Al mercato
Pensando a mio padre
Ho comprato girasoli,
Lampare sull’informe marea
Di anime in fermento,
Lungo la via.
A casa
Un bicchiere di vino,
Rosso,
Spirito paterno sul comodino,
Il mio cuore a letto metterò.

Di me

Lo chiamerò silenzio
Quel rumore che stride
In fondo al cuore
E chiamerò rumore
L’assordante silenzio
Delle labbra
Che al notturno lago
Guardano.

E tra silenzio e rumore
Consumerò il mio tempo.

Insonnia

Non ho freddo
Al buio nel mio giardino.
Qualche rumore dal bosco,
L’eco di un tuono lontano
Che ancora accresce il silenzio,
Qualche fruscio.
È la vita che cammina.
Osservo la mia solitudine rompersi
Tra le fronde di fantasmi leggeri
Mentre l’anima grida
Al gelido tocco delle sue dita,
L’ansia è la voglia
D’un mattino di sole.

Respiro immortale

La mano sul mio volto
Illumina purissima nel silenzio
Il tuo sussurro.
Le labbra si muovono al vento,
Vedo fresca ghiaia.
Ascolto l’onda rompersi
E la schiuma verso di te
In un abbraccio che ondeggia
Si gonfia
E cadono gocce di brillanti incandescenti
Sul tuo corpo raccolto.
Dall’una all’altra carezza
La mia carne traversa invincibili trame
Ed esaurisce l’infinito.

Versami ancora il tuo calore
Perché la carne congiunta
Ritrovi un respiro immortale.

Ascolta

Il seme
Tra le lenzuola
È un vecchio Pierrot
Gelato di pianto.
L’attimo
Si è trasformato nel tempo
E i leoni sono liberi,
Senza un perché.
Ascolta:
Siamo in un cerchio sottile
Che può gonfiarsi
O cedere
In questa nostra stagione.

Anima mia

Anima mia,
Se i nostri cuori
Non fanno che uno,
O se noi ci amiamo,
Tu ed io,
Così ugualmente
Che ne’ l’uno né l’altro
Si affievolisce,
Ne’ l’uno ne’ l’altro
Può morire.

Mia dolce.

Mia dolce
Il cuore con lo sguardo
Nelle tue mani s’adagia,
Estende un saluto.
Prima o poi passeranno le nuvole
E questo avverso tempo
Come palla di carta straccia
In un cestino andrà a morire.
Il sole tornerà,
Tornerà l’amore.
E la notte che in un rosso si schiude
Sara’ ancor più bella.

Il sorriso

Il sonno pesantemente
La coscienza ghermisce,
All’improvviso mi coglie.
Cala in gola
Un sorso di luna.
Sopra il capo
Abbandonato al cuscino
S’apre ai sogni
Un uscio d’amore
E di mia madre il sorriso
L’anima m’accarezza.

Nella foto: mia madre con me medesimo, bambino.